21.038 paganti per un incasso di £. 335.791.000
più 8.999 abbonati per una quota di £. 83.266.000
CLASSIFICA
1
Fiorentina
2
2
Inter
2
3
Roma
2
4
Sampdoria
2
5
Torino
2
6
Ascoli
1
7
Cesena
1
8
Genoa
1
9
Napoli
1
10
Pisa
1
11
Udinese
1
12
Avellino
0
13
Cagliari
0
14
Catanzaro
0
15
Juventus
0
16
HELLAS VERONA
0
La partita:
L'Inter va in
vantaggio con una rete (contestata) di Altobelli, raddoppia con
Muller su punizione e gioco di rimessa. Poi, però, perde il tedesco
e una punizione di Fanna dà a Volpati la palla del gol-bandiera.
19/09/1982
2a giornata
AVELLINO
- ASCOLI: 2-0
53' Barbadillo, 79' autorete Scorsa
CATANZARO
- TORINO: 0-0
GENOA -
FIORENTINA: 0-3
8' Antognoni, 42' Pecci, 73'
Bertoni D.
INTER -
SAMPDORIA: 1-2
11' Francis (S), 34' Muller (I),
56' Mancini (S)
JUVENTUS
- CESENA: 2-0
47' Bettega, 62' Platini
PISA -
NAPOLI: 2-0
30' e 70' (rig.) Casale
ROMA -
H.VERONA: 1-0
90' (rig.) Di Bartolomei
UDINESE -
CAGLIARI: 1-1
30' (rig.) Causio (U), 81'
Marchetti(C)
CLASSIFICA
1
Fiorentina
4
2
Sampdoria
4
3
Roma
4
4
Torino
3
5
Pisa
3
6
Udinese
2
7
Juventus
2
8
Inter
2
9
Avellino
2
10
Napoli
1
11
Genoa
1
12
Cesena
1
13
Cagliari
1
14
Catanzaro
1
15
Ascoli
1
16
HELLAS VERONA
0
La partita:
Successo di fortuna contro un Verona iellato che fallisce di un
soffio tre reti (con Volpati, Fanna e Penzo) e colpisce una traversa
(colpo di testa di Volpati). La vittoria romanista, per di più,
nasce da un rigore concesso al 90': Garella atterra Falcao e Di
Bartolomei lo realizza.
Il Verona passa a
Marassi su autorete, ma meritatamente. L'episodio decisivo all'85:
lancio di Sacchetti in area genoana, Testoni anticipa Fanna ma la
palla gli rimbalza sulla coscia e s'infila in rete senza che Martina
possa rimediare. Il Verona ha al proprio attivo un gioco nettamente
superiore e un altro paio di palle-gol fallite.
Contro un Pisa
abbastanza concreto, un Verona ordinato e preciso che espugnando
l'Arena Garibaldi (seppure con il dubbio del fuorigioco) mette a
segno la sua quarta vittoria consecutiva. Così la rete-partita:
palla lavorata a lungo da Dirceu, lancio per Penzo che con i pisani
immobili, batte Mannini. In precedenza, lo stesso Penzo aveva
colpito un palo.
24/10/1982
7a giornata
ASCOLI - SAMPDORIA:
2-0
34' (rig.) De Vecchi, 65' Greco
CAGLIARI - TORINO:
0-0
CESENA - FIORENTINA:
3-3
13' e 64' Graziani (F), 69' Bertoni
D. (F), 77' Schachner (C), 80' Garlini (C), 84' Buriani (C)
Gara equilibrata
con un Verona più pericoloso nel primo tempo ma in soggezione nella
ripresa quando l'Udinese ha attaccato di più e meglio. Al 61', una
punizione di Edinho ha colpito il palo sinistro per rimbalzare sul
destro e Miano, solo davanti a Garella, non è riuscito a sospingere
in rete il pallone.
Continua il
momento magico del Verona che passa vittorioso anche ad Ascoli.
I
gol
0-1: show di Sacchetti che serve a Fanna la palla del
vantaggio;
0-2: il raddoppio nasce da un lancio di Dirceu per Oddi e
il terzino batte Brini con un diagonale;
1-2: lancio di Novellino e
Monelli devia in rete;
1-3: servito alla perfezione da Tricella,
Penzo fa tris;
2-3: Novellino batte Garella con un diagonale.
Rassegna Stampa
dal Guerin Sportivo n.ro 43 del
1982 27 ottobre 2 novembre
LA SQUADRA DEL GIORNO/VERONA
Sull’attenta programmazione di
Mascetti e Bagnoli, l’arrivo di Dirceu ha fatto scatenare la
scintilla della classe. Così sono maturate le cinque vittorie
consecutive e il primato in classifica. Con Guidetti e Zmuda in
panchina.
Momenti di Gloria
diAdalberto Scemma
Verona. Due mazzate subito in
avvio (Inter e Roma pronte a razziare- la moviola è garante-con la
complicità di arbitri Rocambole….) poi un’escaletion dirompente.
Cinque vittorie l’una in fila all’altra, Juve, Genoa, Avellino, Pisa
e Catanzaro senza possibilità di repliche. E’ stato così che il
Verona, per la prima volta nella sua storia, ha agguantato la cima
della classifica scrollandosi di dosso dubbi, timori reverenziali e
persino difficoltà di amalgama: un rullo compressore che rischia di
scappare di mano persino a Bagnoli, alchimista della panchina che
tra i tanti meriti ha anche quello di essere sempre disponibile a
rivedere le proprie teorie e ad adattarle alla situazione. Come nel
caso di Dirceu, rifiutato prima, poi accettato a viva forza e
inserito infine (pezzo pregiatissimo) nel collettivo. La presenza di
una provinciale in vetta al campionato offre di per se stessa una
chiave di valutazione non facile da proporre se si prescinde da
argomenti scontati: l’elemento sorpresa, la concatenazione di
episodi favorevoli, uno stato di forza dovuto a un momento
contingente. Il ruolo di leader viene sempre vissuto, sia dai
giocatori che dai tifosi, alla stregua di un’avventura: quando il
treno si ferma, tutti a casa, senza rimorsi e senza rimpianti. POMPIERE. Di ipotesi, o di
programmi, Bagnoli non ne fa proprio. Un po’ per temperamento e un
po’ perché ha capito che il ruolo di “pompiere” è l’unico che un
allenatore serio, nella sua situazione, può ricoprire in questo
momento. “Ma a sgasare i giocatori
– sogghigna – non ci penso proprio:
devono andare avanti così, a ruota libera, senza fissarsi obiettivi.
Ci attendono Udinese e Ascoli? Benissimo. Possiamo perdere ma
possiamo anche vincere, dipende da come si mette. Certo che è una
squadra, il Verona, con vocazione dichiarata per il pareggio…”
Il ruolino parla chiaro: cinque vittorie e due sconfitte. Come dire
che il gioco tira tutto in verticale, con quel Dirceu pronto a
inventare il colpo proibito e quel Penzo capace di trasformarsi in
catapulta quando si tenta di sfruttare le cosiddette palle perse.
Verona d’attacco, dunque? La sostanza è questa, magari al di là
delle stesse intenzioni di Bagnoli. Ed è stata proprio la presenza
di un fuoriclasse come Dirceu a dare al gioco l’impronta
offensivistica che il Verona palesa persino su terreni esterni. BLITZ. Sulla carta, va detto,
Mascetti e Bagnoli avevano costruito durante l’estate una squadra
destinata a garantire senza troppi patemi la permanenza in A. Nomi
come quelli di Marangon, di Zmuda, di Guidetti e di Fanna, tanto per
chiarire, rappresentavano una credenziale di tutto rispetto. Ma è
stato l’acquisto-lampo di Dirceu, nelle ultime battute del
calciomercato, a propiziare al Verona quel salto di qualità poi
confermato anche in concreto. Quel Dirceu che aveva costituito per
Bagnoli una sorta di casus belli…”Il
meccanismo che avevo in testa – si difende il tecnico –
stava ormai perfezionandosi quando
ecco che mi arriva questo brasiliano. Gran giocatore, certo, ma
difficile da inserire. Punta, intanto, o centrocampista? Un equivoco
di fondo che il campionato avrebbe risolto ma che mi costringeva,
prima di ogni altra cosa, a rinunciare a Guidolin, uno dei capisaldi
della formazione. Insomma: il rischio c’era…” UMILTA’. Proprio in questo
frangente (difficile anche per lui se pensiamo all’ambientamento,
alla tensione e così via) si è palesata la grande classe di Dirceu.
Il brasiliano non ha perso tempo in chiacchiere e non ha preteso
soprattutto, il ruolo di leader: è stato lui a entrare in sintonia
con la squadra e ad adattarsi alle sue caratteristiche, non
viceversa. Una lezione di umiltà che ha stupito per primo, crediamo,
proprio Bagnoli. E vediamo come si muove sul campo la scacchiera del
Verona. Davanti a Garella, ci sono Spinosi (che colpo!) e Oddi in
veste di marcatori. Il romano agisce sulla prima punta mentre il
terzino sgomita dietro la cosiddetta spalla. Sul fluidificante gioca
invece marangon, cui fa da contraltare Fanna dalla porte opposta del
campo: due stantuffi importanti, capaci di muoversi con perfetti
sincronismi e capaci quindi di creare sempre e comunque l’elemento
sorpresa. Tra i centrocampisti, Volpati è quello più arretrato:
contrasta e rilancia ma soprattutto si inserisce con notevole
tempismo nelle azioni d’attacco sfruttando la propria velocità e
forza fisica. Ai lati giocano invece Sacchetti e Di Gennaro, punti
di riferimento costanti per gli scambi con Dirceu, libero da
marcature e libero quindi di inventare il gioco (ma in spazi
ridotti, per non creare scompensi…) e di cercare la soluzione da
lontano. Penzo, bomber giunto quest’anno alla piena maturità dopo
una carriera consumata in serie B, è la punta più avanzata. Per lui
parlano i risultati: quattro gol decisivi e un ruolo del tutto
inedito di capocannoniere, sua pure in condominio. Il meccanismo del
Verona è semplice, come vedete, e in certi momenti della partita
persino elementare. Ma è proprio questa, probabilmente, la forza
della squadra di Bagnoli: più si bada all’essenza del gioco, meno
errori si compiono. E in panchina, pronti al debutto dopo due gravi
infortuni, ci sono elementi come Zmuda e Guidetti, scusate se è
poco. Trovate una ragione, una soltanto, per la quale alla truppa di
Bagnoli (tifosi compresi) dovrebbe essere precluso il diritto a
sognare….
Duramente contestata
durante la gara, i Pontello hanno lasciato lo stadio 10' prima della
fine e perdendo il pari toscano.
I gol
0-1: bella azione di
Volpati che entra in area e batte Galli di esterno;
1-1: Pin, con una gran bordata da circa trenta metri indovina il
corridoio giusto.
Dal Guerin Sportivo n.ro 47 del
24-30 novembre 1982
IL CAPOCANNONIERE/DOMENICO
PENZO
Autoritratto di un uomo che oggi ha
vinto una battaglia importante della sua guerra personale contro un
mondo che finora lo ha spesso considerato unicamente come un pacco
postale
Con quella faccia da apache
di Gianfranco Civolani
VERONA. Ha la faccia da
apache, ha due piedi che fanno paura ai portieri e ha sempre la
fregola di contestare i sacri testi. Già, i sacri testi del pallone.
Dicono che Domenico Penzo da quando spara calci in campionati
credibili (anno 1972, la Quarta Serie con il Borgosesia) ha inflitto
la bellezza di centotrè gol, undici in Serie A, quarantaquattro in B
eccetera. “I sacri testi dicono
qualche bugia. Se veramente vogliamo andare indietro e fare i conti
bene, allora i gol sono magari centodieci perché ogni anno
l’almanacco mi frega un gol o due, questioni di banali equivoci,
un’autorete fantasma o roba del genere. Però devo anche dire una
cosa: sono stati i giornalisti che mi hanno fatto i conti nei piedi.
Io alla storia dei cento gol non ci avevo nemmeno pensato, lo
giuro.” L’INTERVISTA. Domenico Penzo
ma come mai sei esploso così tardi? “Può esserci una ragione, diciamo il
fatto che sono un tipo molto speciale”.
-Speciale come? “Forse non so tutelare come si deve
la mia immagine, sono un po’ lunatico, a volte tanto espansivo e
altre volte chiuso a riccio. E poi mi hanno sempre etichettato come
un giocatore di categoria, sì, tanto bravo in C e bravo anche in B,
ma in A no, quel Penzo in A…”
-Se non sbaglio, hai una storia tormentata…. “Intanto l’infanzia a Chioggia: papà
era pescatore, non ho vergogna a dire che facevamo spesso la fame.
Mi dicono: ma allora eravate poveri pescatori…sì, eravamo in tanti
in famiglia, una famiglia di poveri pescatori che sbarcava il
lunario nemmeno so io come .”
-Che studi hai fatto? “Ma quali studi, ma come potevo? Mi
sono dovuto studiare tutte le curve della vita, si dice così?”
-E il tuo trasferimento a Milano? “I poveri pescatori un giorno
arrivarono a Milano e allora adesso posso definirmi un veneto
milanesizzato, ma sì. E col pallone ho cominciato a farmi apprezzare
a Roma, nella Romulea. Da lì alla Roma del terzo posto, la Roma di
De Sisti e Prati. Io facevo la punta, ma dopo Prati e Spadoni.
Quell’anno giocai diciannove partite e feci un gol. Morale: l’anno
dopo spedito a Piacenza e a Benevento a cercare fortuna. Poi a Bari,
ventidue gol in due stagioni, un bel ricordo in tutti i sensi.
Poi sono continuati i giorni gloriosi, ma sempre in B e quasi quasi
con la maglia del Brescia vincevo la classifica dei cannonieri.
L’anno dopo, eccomi di nuovo in A. Morale: quattro gol e i soliti
discorsi, Penzo funziona solo in B. E infatti a Verona con Bagnoli
butto dentro quattordici palloni e adesso gioco in A per la terza
volta in vita mia e i gol sono sei, faccio pure fatica a crederci.”
-Amico, ma dove vuoi arrivare? “Potrei dire: voglio arrivare molto
vicino a Pruzzo perché in quel caso vuol dire che si va lontano.”
-nel senso che su Domenico Penzo supercannoniere non scommetteresti
un soldo? “Poche lire, pochi spiccioli. Pruzzo
vince, Rossi si piazza bene e Penzo magari fa dieci gol…perché no?”
-Hai rimpianti? “Ma no, ma quali…. Ho vinto tre
campionati, ho fatto più di cento gol, ho moglie e tre figli, abito
a Cusano Milanino e sto da papa, ho ventinove anni e tutti mi
segnano a dito perché sono pure davanti a Pruzzo e a Rossi, non so
se mi spiego…..”
-In sostanza non hai grandi traguardi…. “La Serie A l’ho finalmente
conquistata e adesso guai a chi me la toglie. Ma prendila come una
battuta, io sono un tipo tranquillo che sa come gira il mondo.”
-Il segreto di questo Verona? “Penzo che va con il contagiri al
massimo e altri giocatori che danno il centouno per cento. E un
signore che si chiama Bagnoli e che ti seduce con quei suoi lunghi
silenzi più eloquenti di mille parole”.
-Ultima cosa: tu potessi tornare indietro, diciamo ai tempi della
Romulea… “Magari adesso mi ribellerei, direi
che non sono più disposto a fare il pacco postale, implorerei più
fiducia di quella che mi diedero, ma sia chiaro che non ce l’ho con
nessuno. C’è chi la fortuna la stringe presto, chi tardi e chi mai.” SU QUELLA faccia da apache ci
stanno tre o quattro rughe che esprimono la sofferenza della vita.
Il proletario Domenico Penzo è tutto qui, ovvero un’arrampicata che
non finisce più.
più 9.126 abbonati per
una quota di £. 94.000.000.
CLASSIFICA
1
Roma
22
2
HELLAS VERONA
21
3
Inter
19
4
Juventus
18
5
Udinese
16
6
Torino
16
7
Sampdoria
15
8
Cesena
15
9
Fiorentina
15
10
Cagliari
15
11
Genoa
14
12
Pisa
12
13
Ascoli
12
14
Avellino
12
15
Catanzaro
9
16
Napoli
9
La partita:
La gara segue il copione
di un Verona "brasiliano" e di una Samp. utilitaristica nella
ripresa.
I gol
1-0: traversone da
destra di Fanna su cui si inserisce Volpati, la difesa respinge e
alla fine Penzo indovina il corridioio giusto con una botta dal
basso verso l'alto.
1-1: con un tiro da 35
metri, Renica sorprende Garella.